MANIFESTO COM COMMUNITY
Viviamo nell’epoca della “comunicazione”, ma questa parola – COMUNICAZIONE – è stata spesso “abusata” o manipolata.
Per COMUNICAZIONE, in “Com-community” intendiamo la “buona comunicazione”. Un modo di esprimerci etico, propositivo, funzionale, autentico.
Com-community crede fermamente che la buona comunicazione possa migliorare la qualità della vita.
Ci piace pensare alla comunicazione come ad un processo “etico”, che può generare valore aggiunto per tutte le persone che ne sono coinvolte.
Troppo spesso vediamo “distorcere” il concetto di comunicazione.
Oggi, per comunicazione spesso si intende l’arte di persuadere, la capacità di parlare in pubblico, l’abilità di affermare i propri concetti od il “personal branding”. Nulla di sbagliato, ma tutti questi sono alcuni risultati della buona comunicazione, ma non ne rappresentano l’essenza.
Concentrarsi solo sugli aspetti più apparenti rende la comunicazione un fatto meramente commerciale,
una pratica necessaria per affermarsi, al di là del proprio valore.
La vera comunicazione efficace è molto di più! È uno degli strumenti più potenti che abbiamo per esprimere tutto il nostro potenziale, ci permette di evidenziare la nostra unicità, contribuisce a creare la nostra identità percepita, dona un valore atteso alle nostre parole.
La buona comunicazione è fatta anche e soprattutto di ascolto. Prima di noi stessi e poi degli altri. Ascoltando noi stessi impariamo a comprendere, identificare, gestire le nostre emozioni. Questo passaggio è indispensabile per sviluppare empatia, senza la quale la nostra comunicazione è svuotata di un contenuto essenziale. In questo modo la nostra comunicazione ci permette di diventare autentici e, nella nostra autenticità, molto più carismatici.
“Buona comunicazione” significa essere pienamente consapevoli delle parole e delle modalità che scegliamo per esprimerci, in relazione al contesto ed alla situazione in cui ci troviamo, saperci “sintonizzare” con le persone intorno a noi, diventare portatori sani e consapevoli di entusiasmo e positività.
La consapevolezza è un impegno ma anche una responsabilità che ci ripaga. Uno dei pilastri della comunicazione efficace risiede proprio in questo concetto: la qualità della comunicazione si misura con i risultati, non con le intenzioni. Comunicare significa intendersi, non semplicemente esprimersi bene!
Alcuni confondono l’autenticità col dire tutto ciò che si pensa, indiscriminatamente, senza filtri.
C’è una grande differenza tra “pensare tutto ciò che si dice” e “dire tutto ciò che si pensa”. Dire tutto ciò che si pensa, senza riflettere sulle conseguenze della nostra comunicazione può generare ansie, conflitti, tensioni, malumori.
Al contrario, pensare tutto ciò che si dice e saperlo esprimere tenendo conto del contesto e delle persone è un’attività che richiede attenzione, rispetto, gentilezza, tatto, sensibilità, intelligenza emotiva. Si può esprimere un concetto con chiarezza, si può contrastare un’opinione, si può rifiutare qualunque cosa o idea, ma lo si può fare senza offendere, senza strumentalizzare, senza creare malessere.
La nostra comunicazione può creare ponti o precipizi, muri o finestre, può unire o allontanare.
Col nostro modo di comunicare possiamo creare un ambiente migliore intorno a noi. Certo, magari è solo una piccola zona, ma tante piccole zone creano una regione, e più regioni creano uno stato. Lo stato del benessere, che può essere un modello per un mondo migliore. Non è una visione utopistica, è la storia del mondo. Così si sono trasmesse le idee e le invenzioni, così si sono nati i movimenti e le rivoluzioni.
Ci sono periodi storici che sono indicativi. Nasce un’idea, una tendenza, qualcuno si distingue ed ispira, facendosi “portatore sano” ed emblematico di un modo di essere e, nel giro di breve tempo, si sviluppa una tendenza, un sapere comune e condiviso che diventa “cultura”.
E tutto avviene “vicino” prima di propagarsi e diventare diffuso.
Pensate ai filosofi greci. Molti dei più importanti hanno vissuto nello spazio di cento anni, nel quinto secolo a.C.: Platone, Socrate, Eraclito.
Oppure al Rinascimento: Leonardo, Michelangelo e Raffaello. In questi casi si parla di “risonanza creativa”. Persone che hanno vissuto sensazioni, visioni e idee comuni, sviluppandole. È lo stesso principio per cui nella “Silicon Valley” sono nate le più grandi aziende tecnologiche, in Emilia-Romagna si fabbricano i bolidi a 2 o 4 ruote, oppure in una specifica area si sviluppa la produzione di un determinato prodotto. L’Italia in questo è un esempio virtuoso con oltre 100 distretti di produzione specializzata.
Il nostro modo di comunicare può creare risonanza creativa ed emotiva. Può “trasmettere positività”, può determinare un ambiente, può influenzare relazioni, può contribuire a migliorare la vita delle persone, a partire da noi stessi. Tanto migliore è il nostro modo di comunicare, tanto più forte sarà l’eco positivo che ne deriverà. Molti dei nostri successi od insuccessi dipendono dal modo in cui
comunichiamo, prima con noi stessi e poi con gli altri.
Le persone si avvicinano o si allontanano da noi in base a quanto la nostra comunicazione rappresenta soluzione o problema.
Essere “positivi” nella comunicazione non significa ridere sempre a prescindere o stamparsi un sorriso sul volto, né tantomeno minimizzare i problemi. Quella è superficialità. Essere positivi significa essere costantemente rivolti alla soluzione.
Significa individuare il problema, analizzarlo, ma muoversi immediatamente verso la ricerca di una soluzione o di una accettazione e positiva convivenza con un problema che, in quel caso, diventa stato di fatto. Comunicare bene significa mettere insieme più fattori e dare spazio anche alla nostra creatività, alla nostra immaginazione. La comunicazione efficace, positiva è uno strumento che ci avvicina, ci permette di apprendere, di crescere.
Ci permette di trasformare le idee in azioni, i progetti in realtà, i sogni in obiettivi.
L’obiettivo di Com-community è quello di creare un spazio aperto, etico ed accogliente dove condividere e promuovere idee e strumenti per sviluppare un modo nuovo, diverso, migliore e consapevole di comunicare.
“Cerca nell’altro ciò che ti avvicina e non ciò che ti divide” potrebbe essere una frase evocativa, così come lo è quella di Madre Teresa di Calcutta “non lasciare che una persona venga a te e vada via senza sentirsi migliore o più felice” o quella di Mandela “possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure”.